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Provvedimento di Sospensione dell’attività imprenditoriale: tutte le novità

Scopri come funziona il Provvedimento di Sospensione per le aziende e i lavoratori non a norma: violazioni, rischi e sanzioni

 

Per contrastare con maggior efficacia le imprese che non rispettano le norme di prevenzione o che utilizzano lavoratori senza un contratto regolare, il Governo ha introdotto il cosiddetto “Provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”. Questo ha come principale obiettivo quello di incentivare e semplificare l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Ecco di seguito tutto quello che devi sapere per non correre rischi.

 

Provvedimento di Sospensione dell’attività imprenditoriale: cos’è e a cosa serve

 

Il 21 dicembre del 2021 è entrata in vigore la legge 215, la quale – rispetto al Decreto Legge 146 – ha applicato un’ulteriore stretta per quelle aziende che non fanno rispettare le norme previste dal Decreto Legislativo 81 del 2008. L’articolo 14 del Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro è infatti stato sostituito con nuove sanzioni ancor più stringenti, sia per le imprese che per i lavoratori stessi.

Fra queste, è stato introdotto il suddetto Provvedimento. Si tratta di un atto che gli organi di vigilanza – Ispettorato Nazionale del Lavoro, Aziende Sanitarie Locali e vigili del fuoco provinciali – hanno dovere di mettere in pratica qualora l’azienda o i lavoratori siano considerati colpevoli di gravi violazioni in termini di salute e sicurezza sul posto di lavoro, oltre che ovviamente di attività professionale svolta in maniera irregolare. 

Con le ultime modifiche, a fronte di una grave violazione delle norme antinfortunistiche, gli enti d’ispezione sono obbligati per legge a sospendere l’attività imprenditoriale senza ulteriori indugi. L’unico “margine di decisione” rimasto agli organi di vigilanza è quello di poter stabilire giorno e orario da cui far decorrere il provvedimento, permettendo così ad esempio di terminare le attività nella giornata corrente per poi cominciare a far valere la sospensione dal giorno successivo.

La sospensione dell’attività per l’azienda può esser disposta anche nel caso in cui un solo lavoratore non sia in regola o sia stata rilevata una sola violazione di una norma antinfortunistica. In ogni caso, il provvedimento può esser valido per la singola unità produttiva o per il singolo lavoratore a cui il datore di lavoro abbia omesso la formazione e i Dispositivi di Protezione Individuali.

Ciò significa che l’ente è obbligato a sospendere l’attività dei soli lavoratori che non sono in grado di dimostrare – tramite attestati o registrazioni di addestramento – di aver ricevuto l’idonea formazione dal proprio datore di lavoro. Attenzione però: i lavoratori “sospesi” per mancato addestramento dovranno comunque esser retribuiti dall’azienda senza prestare attività, poiché non è loro la colpa di tale violazione.

 

Le gravi violazioni che comportano la sospensione dell’attività

 

La Legge numero 215 del 2021 ha fatto sì che sia sufficiente una sola prima violazione per dar vita alla sospensione dell’attività imprenditoriale, sia per l’azienda che eventualmente per il lavoratore.

Ecco quelle che sono considerate le più gravi violazioni delle norme antinfortunistiche:

  • Assenza del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • Assenza del Piano di Emergenza ed Evacuazione;
  • Assenza di formazione e addestramento;
  • Assenza del Servizio di Prevenzione e Protezione e del suo Responsabile (RSPP);
  • Assenza del Piano Operativo di Sicurezza (POS);
  • Assenza dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per le cadute dall’alto e verso il vuoto;
  • Assenza delle applicazioni delle strutture di sostegno;
  • Lavori nelle vicinanze di linee elettriche e presenza di conduttori nudi in tensione senza disposizioni organizzative per proteggere i lavoratori;
  • Mancanza di protezione contro i contatti diretti e indiretti;
  • Assenza di vigilanza nella rimozione o modifica dei DPI;
  • Mancata notifica all’organo di vigilanza prima dell’inizio di quei lavori che comportano il rischio di esposizione all’amianto.

Ovviamente, a seconda del tipo di violazione, oltre alla sospensione dell’attività a tempo determinato, l’organo ispettivo procede anche alle imposizioni delle rispettive sanzioni pecuniarie, che possono andare dai 300 ai 3000 euro.

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E per tornare al lavoro? Gli obblighi dell’azienda dopo la sospensione

 

Per riprendere la propria attività imprenditoriale, il datore di lavoro deve prendere una serie di contromisure obbligatorie:

  • Ripristinare le adeguate condizioni di lavoro in termini di norme antinfortunistiche;
  • Adottare le specifiche misure per eliminare i pericoli evidenziati in termini di salute e sicurezza dei lavoratori;
  • Rimuovere le conseguenze dannose delle violazioni rilevate.

Fatto ciò, l’azienda deve depositare l’istanza di revoca della sospensione all’ente amministrativo di controllo e, chiaramente, pagare la somma aggiuntiva richiesta a seconda della violazione.

 

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